Torniamo bambini.
Per un solo istante,
Rammentiamo le risate,
Le corse spericolate,
La stanchezza sulla via di casa.
Rivediamo i nostri occhi,
Nei vostri,
Ci stupiamo come allora,
Ci mettiamo
I cambiamenti iniziano dalla gratitudine. Dalla nostra attitudine ad essere riconoscenti.
I cambiamenti iniziano dai nostri passi lenti, dalle azioni banali, dai gesti silenziosi.
I cambiamenti sono lenti, insidiosi, a volte sono uragani scatenati dal battito d’ala di una farfalla e saranno ricordati nella storia, mentre noi che li viviamo non li percepiamo.
I cambiamenti arrivano inaspettati e dobbiamo affrontarli nonostante tutto, ma se non sono i cambiamenti che ci aspettavamo possiamo provare a fare in modo che si modifichino ancora.
I cambiamenti sono abiti a volte scomodi a cui dobbiamo abituarci, ma a volte anche scarpe troppo strette a cui non ci abitueremo mai.
E io non mi abituerò mai alla perdita di umanità.all’abiura verso la cultura, al menefreghismo imperante. Questo no. Questo è un cambiamento che non riesco a comprendere, come tutto debba essere semplice perché non siamo in grado di affrontare le sfide. Perché non sappiamo perdere, non sappiamo faticare.
Sono tempi un po’ barbari, in cui fatico a riconoscermi. In cui torna, imperante, la paura del diverso, in cui si torna ai tempi bui in cui tutto ciò che era ignoto era motivo di terrore.
Però no, adesso no. Adesso abbiamo i libri, la rete, tutte le risposte a portata di mano. Forse preferiamo non farci domande. Forse non abbiamo voglia di cercare le risposte. Forse abbiamo paura di quelle risposte, perché non vogliamo avere torto, perché non amiamo essere contraddetti.
I cambiamenti iniziano con piccole cose. Regalate un libro, restituite un oggetto perduto, sorridete ad un estraneo, ringraziate chi fa qualcosa per voi e sognate, sognate un posto diverso dove diventare grandi.
Torniamo bambini.
Per un solo istante,
Rammentiamo le risate,
Le corse spericolate,
La stanchezza sulla via di casa.
Rivediamo i nostri occhi,
Nei vostri,
Ci stupiamo come allora,
Ci mettiamo
Di stelle ne ho
contate in abbondanza,
quando varcavo i
confini
della tua quiete.
Le esaminavo scomoda
sul pavimento rugoso
della mansarda,
tra una cicala e un
grillo,
tra le urla delle
case
e il
Sorseggio la vita come una tazza di tè. Lei mi fa il solletico, come i miei bimbi con le loro mani appiccicose. Danzo sui libri e canto il tempo, in bilico costante tra leggerezza e responsabilità.
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